Anton Corbjin, regista di questo bel film, è un famoso fotografo, autore tra l'altro di numerosi e suggestivi (per me "suggestivi" è l'aggettivo giusto) video dei Depeche Mode e U2 e di numerosi ritratti di pop stars apparsi sulle copertine di magazine internazionali. Con una profonda fascinazione per il mondo della musica e del suo imprescindibile star system, nel 2007 realizza "Control", bellissimo film biografico in B&W con protagonista Ian Curtis, leader dei Joy Division, morto suicida all'età di 23 anni.
Con un background simile, stupisce quindi la decisione di Corbjin di dirigere un film di genere come questo "The American", con una stella del cinema come George Clooney; sembra un progetto distante anni luce dalla sua poetica musical-cool ed invece ecco che l'autore che è in lui ci stupisce nuovamente realizzando un film malinconico e senza speranza, appassionante nonostante il ritmo lento e concentrato.
L'incipit disorienta immediatamente: in una bella e luminosa mattina invernale, Clooney/Jack e la sua amata compagna escono per una passeggiata nella innevata campagna svedese: qualche sguardo, un sorriso, poche parole, mano nella mano; ecco però che un cecchino appostato prende la mira e prova ad uccidere i due, ma sbaglia mira e quello per lui sarà un errore fatale. Jack infatti prende, nascosta nella tasca del cappotto, una pistola e, con stupore misto a spavento della sua compagna, fredda senza pietà il killer. Chiede alla donna interdetta quindi di correre ad avvisare la polizia ma quando lei si volta, lui con occhi di ghiaccio e senza esitazione spara anche a lei.
Il nucleo della psicologia del protagonista è quindi presto rivelato: Jack è un serial killer tenebroso e solitario, continuamente e pericolosamente in bilico tra la sua "disciplina" di assassino su commissione e la voglia (riscatto?) di abbandonare tutto alla ricerca di sentimenti "umani".
Inseguito da killers pronti a tutto pur di eliminarlo e dietro consiglio del suo datore di lavoro/procuratore, fugge dalla neve della Svezia rifugiandosi in un piccolo borgo sulle colline abruzzesi, Castelvecchio. Tra le strette e diroccate strade del paese, Jack si finge un improbabile fotografo, fa conoscenza con il parroco, figura dolente e saggia, e con il meccanico, figlio illegittimo del religioso; ma sopratutto incontra e s'innamora di una prostituta, pronto per lei a lasciare il suo spietato lavoro per un futuro da uomo libero e "normale". Ma il passato incombe, ed ecco giungere un nuovo incarico, l'ultimo: fabbricare un micidiale fucile di precisione per una misteriosa e sensuale collega...
Questa in sintesi la trama, che si dipana lentamente spiando momento per momento i gesti e gli sguardi dei protagonisti, trovando purtroppo come unico momento debole del film la storia d'amore tra Jack e la prostituta; troppo frivola e immatura lei per essere il vero trigger di un cambiamento così radicale nella vita del protagonista.
Tecnicamente il film è perfetto: recitazione intensa ed equilibrata, musiche poco invadenti, fotografia con le tipiche luci basate sui colori primari (come abbiamo ammirato più volte nei videoclips del regista), ambientazioni suggestive e di rara bellezza.
Il mio voto: 3/5
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martedì 14 settembre 2010
sabato 11 settembre 2010
Paradiso + Inferno, la recensione
Pubblicato da
Diego
"Certi incontri ti cambiano la vita" recita in maniera appropriata il sottotitolo di questo film diretto nel 2006 dal semisconosciuto Neil Armfield ed interpretato da Heath Ledger e Abbie Cornish (la Fanny Brawne di "Bright Star"), storia di due tossici belli e dannati e della loro progressiva discesa agli inferi.
Il film è infatti suddiviso schematicamente in 3 parti: paradiso, terra ed inferno. Nella pima parte facciamo la conoscenza di Danny e Candy, i due protagonisti, del loro amore fatto di tenerezza, tuffi in piscina ed eroina; nella seconda parte l'idillio finisce e i due si trovano ad affrontare difficoltà terrene come la carenza cronica di denaro, notifiche di sfratto, incomprensioni reciproche, gli scontri sempre più frequenti con i genitori di lei, l'arrivo di una gravidanza inaspettata, lei che è costretta a prostituirsi e lui ad improvvisarsi ladro ingegnoso ma un pò impacciato... fino a sprofondare nell'inferno più buio con i tentativi falliti di disintossicazione, il metadone, la pazzia di lei... e quindi dritti verso un finale che vorrebbe essere strappalacrime ma che risulta tuttavia un pò algido.
Questo è infatti a mio avviso il problema del film, una certa programmaticità che rende la pellicola troppo didascalica e prevedibile, dove, nonostante la buona interpretazione degli attori, latita visibilmente l'emozione.
Il film è infatti suddiviso schematicamente in 3 parti: paradiso, terra ed inferno. Nella pima parte facciamo la conoscenza di Danny e Candy, i due protagonisti, del loro amore fatto di tenerezza, tuffi in piscina ed eroina; nella seconda parte l'idillio finisce e i due si trovano ad affrontare difficoltà terrene come la carenza cronica di denaro, notifiche di sfratto, incomprensioni reciproche, gli scontri sempre più frequenti con i genitori di lei, l'arrivo di una gravidanza inaspettata, lei che è costretta a prostituirsi e lui ad improvvisarsi ladro ingegnoso ma un pò impacciato... fino a sprofondare nell'inferno più buio con i tentativi falliti di disintossicazione, il metadone, la pazzia di lei... e quindi dritti verso un finale che vorrebbe essere strappalacrime ma che risulta tuttavia un pò algido.
Questo è infatti a mio avviso il problema del film, una certa programmaticità che rende la pellicola troppo didascalica e prevedibile, dove, nonostante la buona interpretazione degli attori, latita visibilmente l'emozione.
Il mio voto: 2/5
lunedì 6 settembre 2010
Somewhere, la recensione.
Pubblicato da
Diego
L'incipit spiega molto: una Ferrari nera, in un circuito automobilistico privato, gira in cerchio, ossessivamente, per circa due minuti; l'essenza del film è qui, nell'insensatezza del gesto c'è tutta la vacuità e la solitudine della vita del protagonista.
Il plot del film in sè è infatti molto semplice, quasi banale: l'esistenza vuota e nichilista di un attore di successo viene messa in crisi dall'arrivo della figlioletta undicenne in cerca di affetti e valori non ancora disillusi dal cinismo della vita.
Lui, il protagonista, è un giovane attore della Hollywood più trash, depresso e anaffettivo, che trascorre tutte le sue giornate in non-luoghi impersonali (le camere di albergo), assumendo dosi di Propecia, Prozac, birra e Playstation e gustandosi spettacoli privati di lapdance ma addormentandosi spesso sul più bello...
Lei è la figlia minorenne, già inquadrata in un modello di vita senza scampo fatto di lusso e competizione, impegnata la mattina a ricreare con il padre un tentativo di micro-famiglia preparando per lui gustose colazioni salvo poi rendersi conto, nel resto della giornata, del'impossibilità di ricevere vero affetto da parte di chi la circonda (madre compresa).
Lo sviluppo della vicenda è intenso e coinvolgente, la trama con le sue scosse emotive si dipana quasi esclusivamente attraverso le immagini: ciò che vediamo sullo schermo esprime tutto, le parole sono solo delle cornici. Assistiamo quindi alla progressiva frattura (come il suo braccio) del mondo del protagonista apparentemente perfetto, fatto di lusso, soldi, donne e motori e che progressivamente si trasforma nell'incubo peggiore, il non-luogo di ogni valore e sentimento.
Bravi gli attori, semplici ma eloquenti le inquadrature e la fotografia, niente temi musicali ma solo canzoni efficaci nel contesto, insomma un bel film per emozionarsi e riflettere.
Qui la tracklist della colonna sonora:
01. Phoenix - “Love Like a Sunset Part I” (vedi)
02. William Storkson - “Ghandi Fix”
03. Foo Fighters - “My Hero” (vedi)
04. The Police - “So Lonely”
05. Amerie- “ 1 Thing” (vedi)
06 . T.Rex - “20th Century Boy”
07. Gwen Stefani - “Cool”
08. Paolo Jannacci - “Che si fa”
09. Romulo - “Teddy Bear”
10. Kiss - “Love Theme From Kiss”
11. The Strokes - “I’ll Try Anything Once” (vedi)
12. Sebastian Tellier - “Look” (vedi)
13. Bryan Ferry - “Smoke Gets In Your Eyes”(vedi)
14. William Storkson - “Massage Music”
15. Phoenix - “ Love Like A Sunset Part II”
Il mio voto: 3/5
Il plot del film in sè è infatti molto semplice, quasi banale: l'esistenza vuota e nichilista di un attore di successo viene messa in crisi dall'arrivo della figlioletta undicenne in cerca di affetti e valori non ancora disillusi dal cinismo della vita.
Lui, il protagonista, è un giovane attore della Hollywood più trash, depresso e anaffettivo, che trascorre tutte le sue giornate in non-luoghi impersonali (le camere di albergo), assumendo dosi di Propecia, Prozac, birra e Playstation e gustandosi spettacoli privati di lapdance ma addormentandosi spesso sul più bello...
Lei è la figlia minorenne, già inquadrata in un modello di vita senza scampo fatto di lusso e competizione, impegnata la mattina a ricreare con il padre un tentativo di micro-famiglia preparando per lui gustose colazioni salvo poi rendersi conto, nel resto della giornata, del'impossibilità di ricevere vero affetto da parte di chi la circonda (madre compresa).
Lo sviluppo della vicenda è intenso e coinvolgente, la trama con le sue scosse emotive si dipana quasi esclusivamente attraverso le immagini: ciò che vediamo sullo schermo esprime tutto, le parole sono solo delle cornici. Assistiamo quindi alla progressiva frattura (come il suo braccio) del mondo del protagonista apparentemente perfetto, fatto di lusso, soldi, donne e motori e che progressivamente si trasforma nell'incubo peggiore, il non-luogo di ogni valore e sentimento.
Bravi gli attori, semplici ma eloquenti le inquadrature e la fotografia, niente temi musicali ma solo canzoni efficaci nel contesto, insomma un bel film per emozionarsi e riflettere.
Qui la tracklist della colonna sonora:
01. Phoenix - “Love Like a Sunset Part I” (vedi)
02. William Storkson - “Ghandi Fix”
03. Foo Fighters - “My Hero” (vedi)
04. The Police - “So Lonely”
05. Amerie- “ 1 Thing” (vedi)
06 . T.Rex - “20th Century Boy”
07. Gwen Stefani - “Cool”
08. Paolo Jannacci - “Che si fa”
09. Romulo - “Teddy Bear”
10. Kiss - “Love Theme From Kiss”
11. The Strokes - “I’ll Try Anything Once” (vedi)
12. Sebastian Tellier - “Look” (vedi)
13. Bryan Ferry - “Smoke Gets In Your Eyes”(vedi)
14. William Storkson - “Massage Music”
15. Phoenix - “ Love Like A Sunset Part II”
Il mio voto: 3/5
sabato 4 settembre 2010
I Mercenari, la recensione
Pubblicato da
Diego
Trasportato dal vento delle buone (buone???) recensioni americane, sbarca anche sui nostri schermi l'ennesima, violenta, ressurrezione del "Rambo/Rocky per sempre" Sylvester Stallone con questo mediocre buddy-movie intitolato "I Mercenari", totalmente ideato a tavolino e intriso di falso amarcord.
Il piano: rimpatriare action-star del passato, pagarli bene (ecco i veri mercenari), addizionare qualche redivivo e qualche stellina recente, aggiungere machismo, capelli tinti, rughe nascoste da centimetri di fondotinta e cerone, battute risibili di un'autoironia scontata ed incorniciare il tutto in una trama impossibile.
Ecco così la storia di questo gruppo di sicari (Stallone stesso, Jet Li, Jason Statham, Mickey Rourke...), assoldati da un agente della CIA (Bruce Willis) per liberare un isola del sudamerica dall'egemonia di un incerto dittatore. Questo è tutto.
Completano il cast Mickey Rourke, che sembra appena emigrato da Iron Man 2 con la pistola del tatuatore al posto delle fruste elettriche, Dolph Lundgren (il più "simpatico" del film perche sue le battute più insulse) e c'è anche il cameo di un bolso e truccatissimo Arnold Schwarzenegger, al ritorno sulle scene per una breve vacanza dal suo ruolo di governatore della California, impegnato com'è a difendere la pena di morte esercitata nel suo stato!
La battuta più "illuminante" del film?:
"Tu stai zitto, acaro" (Dolph Lundgren)
Qui la simulazione dell'accoltellamento nel campo da basket
Qui il famigerato incontro tra Stallone e Schwarzenegger, con la benedizione di Mr Church (Bruce Willis).
Il mio voto: 2/5
Il piano: rimpatriare action-star del passato, pagarli bene (ecco i veri mercenari), addizionare qualche redivivo e qualche stellina recente, aggiungere machismo, capelli tinti, rughe nascoste da centimetri di fondotinta e cerone, battute risibili di un'autoironia scontata ed incorniciare il tutto in una trama impossibile.
Ecco così la storia di questo gruppo di sicari (Stallone stesso, Jet Li, Jason Statham, Mickey Rourke...), assoldati da un agente della CIA (Bruce Willis) per liberare un isola del sudamerica dall'egemonia di un incerto dittatore. Questo è tutto.
Completano il cast Mickey Rourke, che sembra appena emigrato da Iron Man 2 con la pistola del tatuatore al posto delle fruste elettriche, Dolph Lundgren (il più "simpatico" del film perche sue le battute più insulse) e c'è anche il cameo di un bolso e truccatissimo Arnold Schwarzenegger, al ritorno sulle scene per una breve vacanza dal suo ruolo di governatore della California, impegnato com'è a difendere la pena di morte esercitata nel suo stato!
La battuta più "illuminante" del film?:
"Tu stai zitto, acaro" (Dolph Lundgren)
Qui la simulazione dell'accoltellamento nel campo da basket
Qui il famigerato incontro tra Stallone e Schwarzenegger, con la benedizione di Mr Church (Bruce Willis).
Il mio voto: 2/5
martedì 31 agosto 2010
Touching The Void, la recensione
Pubblicato da
Diego

Allora gustatevi questo bellissimo docu-fiction del 2005 di Kevin MacDonald, "Touching the void", titolo italiano "La morte sospesa".
E' la storia, vera, di due giovani alpinisti, Joe Simpson e Simon Yates, che nel pieno della loro giovane età e del loro vigore fisico affrontano un impresa apparentemente impossibile: scalare la parete ovest fino alla cima del Siula Grande, una delle più alte vette delle Ande Peruviane. Ovviamente la scalata avrà un epilogo drammatico con uno dei due scalatori, abbandonato dal compagno per necessità, costretto a tornare al campo base da solo, con una gamba fratturata (sinonimo di morte certa in un contesto simile), disidratato, in preda alle allucinazioni e con danni da freddo alle estremità, tra pareti ghiacciate, strapiombi e crepacci.
Anche se il film è raccontato dai due protagonisti (a proposito, attenzione alla loro fisiognomica!) e quindi anche se sappiamo già come andrà a finire, la pellicola resta tuttavia estremamente coinvolgente ed appassionante, un'avventura così trascinante che risulta difficile staccare gli occhi dallo schermo.
Il tema del confronto tra l'uomo e la natura misteriosa ed imperturbabile non è nuovo al cinema come nell'arte in generale, ma qui il concetto è esplicitato compiutamente grazie alle dinamiche umane (la forza di volontà, la capacità di formulare obiettivi, la tenacia, la difficoltà di prendere decisioni, la fiducia nel compagno) in contrapposizione con l'imponenza della montagna, rappresentata come un mondo a parte, con i suoi variegati paesaggi, dinamici e mutevoli, simbolo di una natura meravigliosa ed inattaccabile.
"Devi prendere sempre delle decisioni
anche se sbagli non devi mai rinunciare a scegliere
e se non prendi decisioni, sei finito"
Joe Simpson
Il mio voto: 4/5
venerdì 27 agosto 2010
Salt, la recensione
Pubblicato da
Diego
Una parata dell'inverosimile questo "Salt", action movie di Phillip Noyce (regista brillante al suo esordio con "Ore 10: calma piatta", poi perso in films da mestierante) con Angelina Jolie, in uscita in Italia a fine ottobre, ma gia blockbuster questa estate negli Stati Uniti.
Deja vu a parte, primo fra tutti la trilogia di Jason Bourne, la vicenda è incentrata su una spia russa "dormiente", Evelyn Salt, perfettamente naturalizzata in terra d'America con tanto di marito studioso e cagnolino arruffato, richiamata improvvisamente al dovere per uccidere a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro niente meno che il presidente russo e quello USA! Tuttavia, l'assasinio dell'amato marito da parte dei compagni russi farà cambiare prontamente idea ed ideologia alla prima bionda e poi mora Jolie, giusto in tempo per salvare il mondo dalla solita minaccia nucleare.
La locandina inglese qui accanto si chiede "Chi è Salt?". Beh, forse ho svelato troppo della trama e ve l'ho gia detto, ma questo forse è l'unico modo per gustarsi il film: farsi poche domande, lasciare da parte la logica ed abbandonarsi al ritmo del film (ordinario, in verità).
Clicca qui per vedere una scena del film.
Il mio voto: 2/5.
Deja vu a parte, primo fra tutti la trilogia di Jason Bourne, la vicenda è incentrata su una spia russa "dormiente", Evelyn Salt, perfettamente naturalizzata in terra d'America con tanto di marito studioso e cagnolino arruffato, richiamata improvvisamente al dovere per uccidere a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro niente meno che il presidente russo e quello USA! Tuttavia, l'assasinio dell'amato marito da parte dei compagni russi farà cambiare prontamente idea ed ideologia alla prima bionda e poi mora Jolie, giusto in tempo per salvare il mondo dalla solita minaccia nucleare.
La locandina inglese qui accanto si chiede "Chi è Salt?". Beh, forse ho svelato troppo della trama e ve l'ho gia detto, ma questo forse è l'unico modo per gustarsi il film: farsi poche domande, lasciare da parte la logica ed abbandonarsi al ritmo del film (ordinario, in verità).
Clicca qui per vedere una scena del film.
Il mio voto: 2/5.
venerdì 20 agosto 2010
"Inception", la recensione
Pubblicato da
Diego
Finalmente sono riuscito a vedere uno dei film più attesi della prossima stagione cinematografica, "Inception" di Christopher Nolan: sci-fi moderno, tecnologico e metafisico, il film è la storia di un gruppo di "estrattori", ladri moderni che, grazie a tecnologie misteriose ed illegali, riescono ad entrare letteralmente nei sogni (e quindi nel subconscio) del malcapitato di turno rubando così informazioni da rivendere ai migliori acquirenti; ma se è possibile sottrarre informazioni, sarà possibile anche inserire idee nuove in questi veri e propri universi paralleli che sono i sogni in modo da modificare le azioni dei protagonisti? Questa è l'idea di base da cui si muove il film, certo non originalissima in quanto si rifà semplicemente alle teorie sul sogno del padre della psicanalisi, S. Freud: indagare appunto i sogni per "trovare indizi", quindi capire ed eventualmente modificare il comportamento delle persone.
Definibile come un "Ocean's Eleven incontra Matrix con il beneplacito di Freud", Inception è un thriller cerebrale nel senso vero del termine, infatti si svolge in buona parte nei sogni dei protagonisti, con continui rimandi al genere "rapina" e a suggestioni Escheriane.
E veniamo ora alla parte impopolare; lo ammetto, a me il film non è piaciuto molto, per molti motivi: la trama è troppo macchinosa e fredda (un difetto frequente nei film di Nolan) nonostante la struggente storia d'amore inserita per "riscaldare" il film (a me ricorda in parte quella di un altro film con Di Caprio, "Shutter Island", anche se con svolgimenti differenti); troppe parole sono spesso necessarie per spiegare allo spettatore ciò che sta accadendo sullo schermo; le interpretazioni sono buone ma non eccelse ed alcuni personaggi sono fuori parte; le atmosfere, troppo à la Matrix (qui l'universo parallelo sono i sogni, in Matrix la "realtà"); l'idea di addormentarsi per entrare in questo caso nei sogni altrui è già stata visitata recentemente in Avatar.... Insomma, forse per le alte aspettative, un pò una delusione questo "Inception", che resta tuttavia un buon film, interessante ed appassionante, con alcune sequenze suggestive e ben fatte (vedi il passaggio tra le varie profondità del sogno, la caduta del furgone dal ponte al rallentatore - a circa 1000 fps - con le conseguenze sulla gravità delle ambientazioni...).
Qui c'è una scena settacolare del film, ambientata a Parigi, dove il protagonista Di Caprio insegna alla sua giovane apprendista come scoprire l'identità di un sogno.
Il film uscirà in Italia il 24 Settembre, è meriterà forse una seconda visione. Per il momento, il mio voto è 3/5.
Definibile come un "Ocean's Eleven incontra Matrix con il beneplacito di Freud", Inception è un thriller cerebrale nel senso vero del termine, infatti si svolge in buona parte nei sogni dei protagonisti, con continui rimandi al genere "rapina" e a suggestioni Escheriane.
E veniamo ora alla parte impopolare; lo ammetto, a me il film non è piaciuto molto, per molti motivi: la trama è troppo macchinosa e fredda (un difetto frequente nei film di Nolan) nonostante la struggente storia d'amore inserita per "riscaldare" il film (a me ricorda in parte quella di un altro film con Di Caprio, "Shutter Island", anche se con svolgimenti differenti); troppe parole sono spesso necessarie per spiegare allo spettatore ciò che sta accadendo sullo schermo; le interpretazioni sono buone ma non eccelse ed alcuni personaggi sono fuori parte; le atmosfere, troppo à la Matrix (qui l'universo parallelo sono i sogni, in Matrix la "realtà"); l'idea di addormentarsi per entrare in questo caso nei sogni altrui è già stata visitata recentemente in Avatar.... Insomma, forse per le alte aspettative, un pò una delusione questo "Inception", che resta tuttavia un buon film, interessante ed appassionante, con alcune sequenze suggestive e ben fatte (vedi il passaggio tra le varie profondità del sogno, la caduta del furgone dal ponte al rallentatore - a circa 1000 fps - con le conseguenze sulla gravità delle ambientazioni...).
Qui c'è una scena settacolare del film, ambientata a Parigi, dove il protagonista Di Caprio insegna alla sua giovane apprendista come scoprire l'identità di un sogno.
Il film uscirà in Italia il 24 Settembre, è meriterà forse una seconda visione. Per il momento, il mio voto è 3/5.
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