martedì 31 agosto 2010

Touching The Void, la recensione

Un pò di ghiaccio a raffreddare queste calde serate estive?
Allora gustatevi questo bellissimo docu-fiction del 2005 di Kevin MacDonald, "Touching the void", titolo italiano "La morte sospesa".

E' la storia, vera, di due giovani alpinisti, Joe Simpson e Simon Yates, che nel pieno della loro giovane età e del loro vigore fisico affrontano un impresa apparentemente impossibile: scalare la parete ovest fino alla cima del Siula Grande, una delle più alte vette delle Ande Peruviane. Ovviamente la scalata avrà un epilogo drammatico con uno dei due scalatori, abbandonato dal compagno per necessità, costretto a tornare al campo base da solo, con una gamba fratturata (sinonimo di morte certa in un contesto simile), disidratato, in preda alle allucinazioni e con danni da freddo alle estremità, tra pareti ghiacciate, strapiombi e crepacci.

Anche se il film è raccontato dai due protagonisti (a proposito, attenzione alla loro fisiognomica!) e quindi anche se sappiamo già come andrà a finire, la pellicola resta tuttavia estremamente coinvolgente ed appassionante, un'avventura così trascinante che risulta difficile staccare gli occhi dallo schermo.

Il tema del confronto tra l'uomo e la natura misteriosa ed imperturbabile non è nuovo al cinema come nell'arte in generale, ma qui il concetto è esplicitato compiutamente grazie alle dinamiche umane (la forza di volontà, la capacità di formulare obiettivi, la tenacia, la difficoltà di prendere decisioni, la fiducia nel compagno) in contrapposizione con l'imponenza della montagna, rappresentata come un mondo a parte, con i suoi variegati paesaggi, dinamici e mutevoli, simbolo di una natura meravigliosa ed inattaccabile.


"Devi prendere sempre delle decisioni
anche se sbagli non devi mai rinunciare a scegliere
e se non prendi decisioni, sei finito"
                                                               Joe Simpson

Il mio voto: 4/5

venerdì 27 agosto 2010

Salt, la recensione

Una parata dell'inverosimile questo "Salt", action movie di Phillip Noyce (regista brillante al suo esordio con "Ore 10: calma piatta", poi perso in films da mestierante) con Angelina Jolie, in uscita in Italia a fine ottobre, ma gia blockbuster questa estate negli Stati Uniti.


Deja vu a parte, primo fra tutti la trilogia di Jason Bourne,  la vicenda è incentrata su una spia russa "dormiente", Evelyn Salt, perfettamente naturalizzata in terra d'America con tanto di marito studioso e cagnolino arruffato, richiamata improvvisamente al dovere per uccidere a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro niente meno che il presidente russo e quello USA! Tuttavia, l'assasinio dell'amato marito da parte dei compagni russi farà cambiare prontamente idea ed ideologia alla prima bionda e poi mora Jolie, giusto in tempo per salvare il mondo dalla solita minaccia nucleare.

La locandina inglese qui accanto si chiede "Chi è Salt?". Beh, forse ho svelato troppo della trama e ve l'ho gia detto, ma questo forse è l'unico modo per gustarsi il film: farsi poche domande, lasciare da parte la logica ed abbandonarsi al ritmo del film (ordinario, in verità).


Clicca qui  per vedere una scena del film.
Il mio voto: 2/5.

mercoledì 25 agosto 2010

Vincitori del 3° PhotoWalk di Scott Kelby (2010)

Il 16 agosto sono stati annunciati i vincitori del 3° PhotoWalk organizzato da Scott Kelby. Per chi non lo sapesse, questo concorso si svolge in estate, ogni anno, e coinvolge gruppi di fotografi di tutti i paesi del mondo che per una giornata passeggiano lungo le strade della propria città fotografando tutto ciò che ritengono particolarmente interessante.
Ecco la foto vincitrice del Grand Prize:

Photo By Rhys, South Wharf, VIC Australia

Il commento alla foto da parte di Kelby è stato: "I knew this would be a finalist the first time I saw it. The tone is amazing, the timing—impeccable. The shadow of the bird, and the way it’s reflected almost makes it look like it’s a different bird altogether. The post processing is great, the composition is on the money, I just absolutely love everything about it. I wish I had taken it, and this is the kind of photographic art I would pay for and hang on my wall. Just an awesome shot!".

Clicca qui per vedere le foto dei vincitori. 

venerdì 20 agosto 2010

"Inception", la recensione

Finalmente sono riuscito a vedere uno dei film più attesi della prossima stagione cinematografica, "Inception" di Christopher Nolan:  sci-fi moderno, tecnologico e metafisico, il film è la storia di un gruppo di "estrattori", ladri moderni che, grazie a tecnologie misteriose ed illegali, riescono ad entrare letteralmente nei sogni (e quindi nel subconscio) del malcapitato di turno rubando così informazioni da rivendere ai migliori acquirenti; ma se è possibile sottrarre informazioni, sarà possibile anche inserire idee nuove in questi veri e propri universi paralleli che sono i sogni in modo da modificare le azioni dei protagonisti? Questa è l'idea di base da cui si muove il film, certo non originalissima in quanto si rifà semplicemente alle teorie sul sogno del padre della psicanalisi, S. Freud: indagare appunto i sogni per "trovare indizi", quindi capire ed eventualmente modificare il comportamento delle persone.

Definibile come un "Ocean's Eleven incontra Matrix con il beneplacito di Freud", Inception è un thriller cerebrale nel senso vero del termine, infatti si svolge in buona parte nei sogni dei protagonisti, con continui rimandi al genere "rapina" e a suggestioni Escheriane.

E veniamo ora alla parte impopolare; lo ammetto, a me il film non è piaciuto molto, per molti motivi: la trama è troppo macchinosa e fredda (un difetto frequente nei film di Nolan) nonostante la struggente storia d'amore inserita per "riscaldare" il film (a me ricorda in parte quella di un altro film con Di Caprio, "Shutter Island", anche se con svolgimenti differenti); troppe parole sono spesso necessarie per spiegare allo spettatore ciò che sta accadendo sullo schermo; le interpretazioni sono buone ma non eccelse ed alcuni personaggi sono fuori parte; le atmosfere, troppo à la Matrix (qui l'universo parallelo sono i sogni, in Matrix la "realtà"); l'idea di addormentarsi per entrare in questo caso nei sogni altrui è già stata visitata recentemente in Avatar.... Insomma, forse per le alte aspettative, un pò una delusione questo "Inception", che resta tuttavia un buon film, interessante ed appassionante, con alcune sequenze suggestive e ben fatte (vedi il passaggio tra le varie profondità del sogno, la caduta del furgone dal ponte al rallentatore - a circa 1000 fps - con le conseguenze sulla gravità delle ambientazioni...).

Qui c'è una scena settacolare del film, ambientata a Parigi, dove il protagonista Di Caprio insegna alla sua giovane apprendista come scoprire l'identità di un sogno.

Il film uscirà in Italia il 24 Settembre, è meriterà forse una seconda visione. Per il momento, il mio voto è 3/5.

mercoledì 18 agosto 2010

"Day & Night", corto Pixar

In sala, i fortunati spettatori prima di assistere alla proiezione di Toy Story 3, hanno potuto ammirare questo piccolo capolavoro che unisce l'animazione old school con le nuove tecnologie digitali e 3D.
Voglio quindi presentare anche a voi questo bellissimo corto, secondo me (dirò un'eresia?) forse anche migliore del successivo Toy Story 3; ricco di idee e trovate originali, merità più di una visione.

lunedì 16 agosto 2010

Rembrandt svelato?

Oggi vi propongo una ricerca molto interessante condotta da un ricercatore statunitense, Steve di Paola (pubblicata recentemente sul "Massachusetts Institute of Technology's arts and sciences journal"), secondo il quale lo sguardo di un osservatore di fronte ad un ritratto dipinto da Rembrandt si sposterebbe secondo "un percorso" specifico rendendo così piacevole la visione del quadro.


In particolare, aumentando la nitidezza dell'occhio più vicino all'osservatore e rafforzando o sfumando alcuni contorni del mento ( e "giocando" con l'illuminazione del volto), lo sguardo di chi osserva si sposta con un movimento lento e continuo. I ritratti in cui l'occhio dell'osservatore si muove secondo questi percorsi risultano essere più apprezzati, come appunto i ritratti del celebre pittore olandese Rembrandt, a cui si deve quindi per primo l'invenzione di questa tecnica pittorica.

Credo che la comprensione di questi meccanismi sia utile anche a coloro, come me, che si interessano di fotografia (o di pittura) per rendere maggiormente piacevoli i propri ritratti.

Clicca qui per vedere l'articolo completo originale (in inglese).

sabato 14 agosto 2010

"Blood Simple", di Ethan & Joel Coen

Recentemente ho avuto occasione di rivedere il primo film ufficiale dei fratelli Coen, del 1984, intitolato "Blood Simple" ed ancora una volta mi ha piacevomente coinvolto ed appassionato.
La storia, ambientata in un America Sudista volgare e razzista, vede un losco detective simulare, attraverso una fotografia (malamente) ritoccata, l'omicidio di una moglie adultera e del suo amante e quindi riscuotere la somma dal marito tradito/ mandante. Sembra un classico triangolo in un film di genere, ma la vicenda prenderà una piega drammatica ed a tratti terrificante.


Affacciandosi per la prima volta alla ribalta con il loro stile autoriale ed ipnotico, i fratelli Coen realizzano così la loro personale riflessione sul male, riflessione che ritornerà in anni recenti con l'altrettanto bello "Non è un paese per vecchi". Secondo me però il film si presta a numerose letture: una delle più intriganti è l'interpretazione che tutto il film non sia altro che la metafora dell'impossibilità di comunicare comprensibilmente all'interno di una coppia (il finale del film, da non rivelare ovviamente, lo testimonia in modo drammatico!).

Infine vorrei ricordare come il film, ricco per se di citazioni, è stato a sua volta citato da molti registi a venire; in particolare vorrei addirittura ricordare un video di qualche tempo fa dei Radiohead, "Karma Police", dove viene ripresa la celebre scena del viaggio in macchina notturno (vedi).



Il trailer


Per i cinefili, un'intervista d'annata ai fratelli Coen all'epoca del film (qui).

Voto film: 4/5

giovedì 12 agosto 2010

Pitigliano, prime immagini

Pubblico oggi le prime foto scattate in un recente soggiorno a Pitigliano, suggestivo borgo della Maremma, nel sud della Toscana. (Cliccare sulle foto per ingrandire).












mercoledì 11 agosto 2010

Nosferatu, di Warner Herzog

(Ri)visto recentemente, "Nosferatu, il principe della notte" (1979), resta per me un film ancora oggi inquietante e pieno di fascino. La storia del conte Dracula è nota a tutti, la sensualità di un collo da cigno su cui posare labbra e canini in un bacio impellente e liberatorio fa parte ormai dell'immaginario erotico comune.


Liberamente ispirato al Nosferatu del 1922, capolavoro muto diretto da Murnau, il film, con il suo incedere lento e sonnambolico, merita la visione per i suoi innumerevoli pregi, ad iniziare dalle interpretazioni: Klaus Kinski è perfetto e misurato nel ruolo del conte Dracula, recuperando l'originale fisionomia di Nosferatu: testa completamente calva, occhi bistrati di nero, e non i canini aguzzi come l'iconografia classica vuole bensì gli incisivi mediali, come una sorta di roditore (non è un caso che i veri emissari di morte del conte sono i topi, che porteranno la peste nella citta di Wismar, dove è ambientata la seconda parte del film).
La sua interpretazione da spessore al personaggio ritraendolo come un essere solitario, dolente, dal respiro affannato, cronicamente malato, che trova nel bacio/morso l'unica catarsi possibile.
Citiamo poi il bellissimo viso di Isabelle Adjani, impressionista ed onirico, con una recitazione però a tratti un pò troppo teatrale.

Altri punti di merito del film sono: la fotografia (desaturata, ricca in chiaroscuri, con un uso giudizioso del soft focus), le musiche (in particolare l'utilizzo delle sinfonie di Wagner, il "Rheingold Prelude", e Gounod, il "Sanctus"), le scenografie e le ambientazioni (suggestivo l'arrivo nei canali della citta di Wismar, nell'assoluto silenzio dell'alba, della nave deserta con il suo carico di bare, compresa quella del conte; unica traccia di umanità, il capitano, morto, adagiato sul grande timone di legno a cui è legato. Vedi).

Altra scena memorabile, forse la piu' famosa, il bacio/morso finale, liberatorio di una passione a lungo repressa, del conte alla giovane Lucy.




Per gli appassionati, qui, un dietro le quinte del film.
Il mio voto: 4/5

domenica 8 agosto 2010

Nuit Blanche

Un bel corto, "Nuit Blanche", retrò ed ultramoderno insieme, sull'energia inespressa in un incontro tra un uomo ed una donna!



Se volete vederlo con un'altra colonna sonora (degli America Dollar), cliccate qui.

mercoledì 4 agosto 2010

Happy Family, recensione

Lo ammetto: sono rimasto piacevolmente sorpreso da Happy Family di Gabriele Salvatores, film che prima della visione aveva per me un appeal pari a zero. Non so perchè, ma non ero assolutamente interessato alla sua visione; ed altrettanto senza apparente motivazione mi sono ritrovato in una sera d'estate davanti alle sue immagini.

Un pò come i personaggi in cerca d'autore di pirandelliana memoria, un pò i  Tenembaun, Happy Family è un film corale, narrato dal protagonista/autore, sull'incontro di due famiglie diverse e complementari in occasione dell'annuncio di matrimonio dei due figli sedicenni.

Come in tutti i film di Salvatores, l'incipit (in questo caso i primi 20 min) è notevole, con una disquisizione sul tema della paura (vero motore della vita dell'uomo e del film) e con quel disorientamento legato ad una narrazione tutt'altro che lineare.

Così come notevole è la rappresentazione di una Milano notturna, fredda e silenziosa, sulle note del notturno di Chopin suonato da una delle protagoniste durante una rappresentazione teatrale carica di attesa.

Infine, fa nostalgia e tenerezza vedere di nuovo insieme Abatantuono e Bentivoglio dopo aver girato insieme in passato alcuni film memorabili di Salvatores, Turnè e Marrakech Express; due cinquantenni che si ritrovano, diversi ma in sintonia, a sugellare un'amicizia virile nella finzione come nella vita.    

L'incipit ed il monologo sulla paura:



Il mio voto: 3/5

martedì 3 agosto 2010

Andy Gotts, portfolio

Oggi voglio presentarvi il portfolio di un fotografo inglese, Andy Gotts, famoso per i suoi innumerevoli ritratti delle stars hollywoodiane.

                                                                                               screenshot del sito














Caratteristiche delle suo foto, spesso in taglio quadrato, sono l'uso sapiente ad alto contrasto del bianco e nero e la capacità di ottenere sorprendenti espressioni, a volte buffe, a volte dolci e leggere, dagli attori ritratti contribuendo così a rendere la star di turno più "terrena" e simpatica

Per il link al suo portfolio, cliccare qui
Buona visione.

lunedì 2 agosto 2010

Sabato Trasteverino

Sabato scorso, durante una passeggiata di sera lungo le vie di Trastevere, ho scattato qualche foto qua e là (cliccare sulle immagini per ingrandirle).

Tramonto grunge sul Tevere




Ho vuto anche occasione di fotografare due "Street Drummers", cioè due batteristi da strata, molto affiatati nella loro performance trasteverina.

Street Drummers' Smile











Sincronia e Concentrazione




















Gli Street Drummers sono tra i miei artisti di stada preferiti, molti di essi possiedono una tecnica impressionante e non hanno nulla da invidiare ai piu' famosi batteristi.
Se volete vederne uno, americano, in azione, cliccate qui

Se invece volete saperne di piu' sulle specifiche tecniche delle foto, cliccate sotto.

domenica 1 agosto 2010

Ghost Dog

Qualche giorno fa ho avuto occasione di rivedere un film, molto bello, di Jim Jarmush intitolato "Ghost Dog".



Narrato con uno stile in bilico tra la meditazione orientale, gangester movie italo-americano e buona dose di ironia, il film narra la storia di un sicario di colore la cui professione è quotidianamente ispirata alla vita dei samurai; un eroe solitario, taciturno, fedele alle regole dell'Hagakure, una raccolta di brevi aforismi che esprimono l'antica saggezza dei samurai. Nel film vengono "letteralmente" citati alcuni di questi aforismi, facendo così da controcanto alle scene narrate o alle scelte del protagonista. Tra i piu' rappresentativi ho scelto questo:

"Di certo non esiste altro che il particolare scopo del momento presente.
Tutta la vita di un uomo è fatta di momenti che si susseguono.
Chi sa comprendere pienamente il momento presente, 
non dovrà fare altro nè dovrà porsi altri scopi"

Voto film: 4/5